Il Teatro Duse di Bologna ha ospitato una delle storie più amate del cinema d’animazione Disney, rivisitata attraverso la magia della danza.
La scuola Dance Studio 63 di Bologna ha presentato il musical “Oceania”, portando sul palco l’epica avventura di Moana, la coraggiosa giovane polinesiana che sfida le tradizioni per salvare il suo popolo e il suo mondo.
La storia ha seguito Moana, figlia del capo di un’isola del Pacifico, che sentiva il richiamo irresistibile dell’oceano nonostante il divieto del padre di spingersi oltre la barriera corallina. Quando una maledizione ha minacciato la sua isola, causando il deterioramento della natura e mettendo in pericolo la sopravvivenza del suo popolo, Moana ha intrapreso un viaggio epico attraverso l’oceano. Accompagnata dal semidio Maui, un personaggio tanto affascinante quanto problematico, la giovane protagonista ha dovuto affrontare creature mitologiche, superare le proprie paure e scoprire la vera forza che risiedeva dentro di lei per restituire il cuore di Te Fiti e ripristinare l’equilibrio nel mondo.
Un’apertura all’insegna dell’ironia bolognese
La serata si è aperta con una nota decisamente comica grazie alla presentazione dell’attore Giuseppe Giacobazzi, noto volto del panorama comico italiano e, per l’occasione, anche genitore coinvolto nell’avventura. Con la sua inconfondibile verve bolognese, Giacobazzi non ha risparmiato battute sulla particolare tempistica dell’evento: “Finita la scuola, anziché andare al mare, ci tocca fare ‘sto saggio”, ha scherzato con il pubblico, catturando immediatamente l’attenzione con quella spontaneità che lo contraddistingue.
L’attore non si è fermato qui e ha paragonato le fatiche estive di organizzare un saggio di fine anno a quelle ben note ai bolognesi: la mitica salita di San Luca. Un confronto che ha strappato sorrisi e complicità dal pubblico, perfettamente calato nel contesto cittadino. Con un’amabile ironia, Giacobazzi ha anche ammonito sulla lunghezza dello spettacolo, continuando a intrattenere il pubblico con la raccomandazione scherzosa di “non fuggire prima della fine”, creando un’atmosfera rilassata e divertente che ha preparato perfettamente il terreno per l’avventura che stava per iniziare.

Un caleidoscopio di stili che ha celebrato la danza
Il musical si è sviluppato attraverso una serie di quadri scenici sapientemente orchestrati, dove ogni gruppo di allievi della Dance Studio 63 ha trovato il proprio momento di gloria seguendo il filo narrativo di Oceania. La vera forza dello spettacolo è risieduta nella varietà dei generi proposti, che ha trasformato la serata in una vera celebrazione dell’arte coreutica in tutte le sue forme.
Nei diversi quadri di danza si è potuto ammirare l’intero ventaglio di discipline insegnate nella scuola: dall’eleganza senza tempo del balletto classico all’energia contagiosa dello swing, dalla grinta del rock alla modernità dell’hip hop, fino alle suggestive danze tribali e balcaniche che hanno saputo evocare atmosfere lontane e affascinanti. Ogni genere ha trovato la sua perfetta collocazione nella narrazione, dimostrando la versatilità degli allievi e la competenza didattica della scuola.
Il pubblico ha risposto con entusiasmo a questa varietà stilistica, tributando applausi a scena aperta che hanno testimoniato il gradimento per le diverse performance. Ogni quadro ha saputo conquistare gli spettatori con le proprie peculiarità, creando un crescendo di emozioni che ha mantenuto alta l’attenzione per tutta la durata dello spettacolo.
Un plauso particolare hanno meritato i raffinati costumi, vero fiore all’occhiello della produzione, che hanno contribuito a rendere l’opera elegante e visivamente accattivante. La cura nei dettagli e la qualità dei tessuti hanno elevato il livello artistico dell’intero spettacolo, dimostrando come anche negli aspetti apparentemente secondari sia stata posta la massima attenzione.

Talento confermato, location da ripensare
Ancora una volta gli allievi della scuola Dance Studio 63 hanno mostrato il loro indiscutibile talento al pubblico, confermando la qualità della formazione artistica offerta dall’istituto bolognese. Le performance hanno saputo conquistare i presenti, dimostrando la crescita tecnica ed espressiva degli studenti e l’eccellente lavoro svolto dai docenti.
Tuttavia, la serata ha evidenziato una criticità significativa nella scelta della location. Il Teatro Duse, pur essendo un’ottima struttura dal punto di vista artistico e tecnico, si è rivelato poco adatto per spettacoli estivi a causa dell’assenza di un sistema di climatizzazione. Il pubblico ha sofferto enormemente le alte temperature, con un disagio che ha inevitabilmente influito sulla piena fruizione dello spettacolo.
La mancanza di aria condizionata in una serata di piena estate ha messo a dura prova la resistenza degli spettatori, creando una situazione di evidente scomodità che stride con la qualità artistica offerta sul palco. Per questo motivo, invitiamo gli organizzatori a valutare per il prossimo saggio estivo la possibilità di optare per un evento all’aperto, che possa garantire maggiore comfort al pubblico e valorizzare al meglio il lavoro degli allievi in un contesto più adeguato alla stagione.

Un messaggio che va oltre la danza
Lo spettacolo si è concluso con tutti i ringraziamenti di rito, ma il vero valore di un’opera come “Oceania” risiede nel messaggio profondo che può lasciare ai giovani spettatori e interpreti. La storia di Moana ha rappresentato infatti molto più di una semplice avventura: è stato un inno al coraggio di seguire la propria strada, anche quando questa diverge dalle aspettative altrui.
Il personaggio di Moana ha insegnato ai ragazzi l’importanza di ascoltare la propria voce interiore e di non arrendersi di fronte alle difficoltà. La sua determinazione nel voler salvare il proprio popolo, nonostante i divieti e le paure, ha trasmesso valori fondamentali come la responsabilità verso la comunità e l’ambiente, il rispetto per le proprie radici culturali e, allo stesso tempo, il coraggio di innovare e cambiare quando necessario.
Attraverso la danza, i giovani allievi hanno potuto incarnare questi ideali, vivendo sulla propria pelle l’esperienza di crescita che il personaggio affronta nel suo viaggio. L’insegnamento che è emerso è stato chiaro: ognuno di noi ha dentro di sé una forza speciale, un talento unico che può fare la differenza. Come Moana ha scoperto di essere una “prescelta”, così ogni ragazzo può scoprire le proprie potenzialità e utilizzarle per costruire un futuro migliore, per sé e per chi lo circonda.
In un’epoca in cui i giovani spesso si sentono smarriti di fronte alle sfide del futuro, “Oceania” ha ricordato loro che il vero viaggio inizia quando si ha il coraggio di salpare verso l’ignoto, portando con sé i valori appresi ma con lo sguardo rivolto verso nuovi orizzonti.