Prima edizione dell’evento fiorentino dedicato all’eccellenza enologica italiana: dalla Toscana al Friuli, dal Trentino alla Sicilia
La Fortezza da Basso di Firenze ha ospitato la prima edizione di Eno Florence 2025, un evento che si è immediatamente imposto nel panorama delle manifestazioni enologiche italiane per la qualità e il prestigio delle cantine partecipanti. L’iniziativa, organizzata con l’ambizione di creare un appuntamento di riferimento per professionisti e appassionati, ha saputo radunare alcune delle realtà più rappresentative del vino italiano, offrendo un viaggio attraverso i territori vocati della Penisola. Dalla Toscana al Friuli Venezia Giulia, dal Trentino alla Sicilia, passando per l’Emilia-Romagna e la Sardegna, il salone ha proposto un’accurata selezione di denominazioni storiche e produzioni di eccellenza.

Le nostre scelte
Tra i numerosi stand della manifestazione, abbiamo selezionato tredici cantine che meglio rappresentano la diversità e la qualità dell’enologia italiana contemporanea, dalle grandi denominazioni classiche alle realtà meno conosciute ma non per questo meno interessanti.
Fattoria La Parrina: l’eleganza della DOC Parrina
Situata a Orbetello, in provincia di Grosseto, la Fattoria La Parrina rappresenta una delle realtà storiche della viticoltura maremmana. Fondata nel 1830, l’azienda coltiva 48 ettari vitati producendo circa 60.000 bottiglie all’anno distribuite su 7 etichette. L’enologo Ambra Sampitelli segue con attenzione una denominazione rara e preziosa come la DOC Parrina. Ad accoglierci è stato Niccolò, che ci ha guidato attraverso una degustazione completa della gamma aziendale.
Il Parrina DOC Vermentino 2024 si è dimostrato un’espressione fresca e minerale del vitigno, mentre l’Ansonica Costa Argentario DOC 2024 ha rivelato carattere e sapidità tipici di questo territorio affacciato sul mare. Il Parrina DOC bianco Poggio della Fata 2024 ha confermato la versatilità dei bianchi dell’azienda. Tra i rossi, il Muraccio 2023 ha mostrato struttura e bevibilità, mentre il Merlot Radala 2023 ha espresso eleganza e maturità tannica. Il Sangiovese Riserva 2022 ha chiuso degnamente la degustazione con la sua complessità e longevità.

Ronchi di Castelluccio: le colline forlivesi tra tradizione e innovazione
A Modigliana, in provincia di Forlì-Cesena, Ronchi di Castelluccio rappresenta una realtà interessante dell’enologia romagnola. Fondata nel 1974 da Gian Vittorio Baldi, l’azienda è oggi nelle mani dei fratelli Aldo e Paolo Rametta dal 2020. Con 10 ettari vitati, produce circa 90.000 bottiglie distribuite su 9 etichette, seguendo vigneti anche a Brisighella e Castrocaro Terme con il marchio Poggio della Dogana. L’enologo Francesco Bordini cura le vinificazioni, mentre ad accoglierci è stato Fabio Castellucci.
Il Forlì IGT Bianco Ronco del Re 2022 ha mostrato una bella espressività aromatica e freschezza, mentre il Sottovento di Castelluccio 2022 ha proposto un profilo più immediato. Il Sangiovese Modigliana Buco del Prete 2022 ha evidenziato il carattere del territorio, con tannini ben integrati e frutto maturo. Il Ronco della Simia 2020 ha espresso maggiore complessità e affinamento, mentre il Superiore Le More 2023 ha sorpreso per la sua giovinezza vibrante.
Colognole: la tradizione del Chianti Rufina
A Rufina, in provincia di Firenze, Colognole è di proprietà di Gabriella Spalletti ed è gestita da Cesare Coda Nunziante, come pronipote della famiglia fondatrice. L’azienda coltiva 27 ettari vitati con una produzione di circa 90.000 bottiglie. L’enologo Andrea Giovannini segue le vinificazioni, mentre Francesca ci ha accolti per la degustazione.
Il Chianti Rufina Riserva del Don 2021 ha mostrato eleganza e struttura tipiche della denominazione, con tannini setosi e un’ottima persistenza. Il Terraelectae Vigneto Le Rogaie 2021 ha invece rivelato una complessità superiore, con maggiore profondità e capacità di invecchiamento.
Collazzi: l’eccellenza di Impruneta
A Impruneta, sempre in provincia di Firenze, Collazzi vanta una storia che risale al 1560, anche se la proprietà della famiglia Marchi data dal 1933. Con 25 ettari vitati, l’azienda produce circa 70.000 bottiglie. Ludovica Mazzanti ci ha guidati nelle scelte enologiche.
La Libertà dei Collazzi 2023 della linea Toscana IGT ha dimostrato freschezza e bevibilità immediata. La Tenuta I Collazzi 2022 ha espresso maggiore struttura e complessità aromatica. Il vertice della gamma, il Ferro dei Collazzi 2021, ha rivelato profondità straordinaria, con un equilibrio perfetto tra potenza e finezza che ne fa uno dei grandi vini toscani.
Canalicchio di Sopra: l’espressione pura del Brunello
A Montalcino, nel cuore della provincia di Siena, Canalicchio di Sopra è condotta da Francesco, Marco e Simonetta Ripaccioli dal 1962. L’azienda coltiva 19,1 ettari vitati producendo circa 95.000 bottiglie distribuite su 5 etichette. Gli enologi Maurizio Castelli e Luca Felicioni curano le vinificazioni, mentre Francesco Ripaccioli ci ha personalmente guidati nella degustazione.
Il Rosso di Montalcino 2023 ha mostrato un’ottima espressività del Sangiovese giovane, con frutto fragrante e tannini morbidi. Il Brunello di Montalcino 2020 ha evidenziato la classicità e l’eleganza della denominazione. La Vigna La Casaccia 2020 e la Vigna Montosoli 2020 rappresentano le selezioni di vertice: entrambe hanno rivelato profondità, complessità e una straordinaria capacità di invecchiamento, con la Casaccia più minerale e austera, mentre Montosoli ha espresso maggiore generosità fruttata.
Canevel: le bollicine del Prosecco Superiore
A Valdobbiadene, in provincia di Treviso, Canevel è stata fondata da Mario Caramel nel 1979 e dal 2016 fa parte del Gruppo Masi. Con 26 ettari vitati, l’azienda produce circa 1.300.000 bottiglie distribuite su 12 etichette. Il Team Masi segue le vinificazioni, mentre Francesco ci ha accolti per la degustazione.
Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Brut Terre del Faè 2025 ha mostrato freschezza e mineralità, con un perlage fine e persistente. Il Cartizze Brut Superiore 2024 ha espresso la caratteristica morbidezza e complessità di questa prestigiosa sottozona.
Tollena: la Vernaccia di San Gimignano
A San Gimignano, in provincia di Siena, Tollena è condotta dalla famiglia Giotti. Con circa 20 ettari vitati e una produzione di 70.000 bottiglie l’anno per 10 etichette, l’azienda si concentra sulla Vernaccia di San Gimignano.
Barbara ci ha accompagnato nella degustazione. La Vernaccia di San Gimignano 2023 ha mostrato la tipica sapidità minerale del vitigno, con note agrumate e una bella freschezza. Il Lunario 2024 ha espresso maggiore intensità aromatica pur mantenendo l’eleganza caratteristica della denominazione.
Cembra: la montagna trentina in bottiglia
A Cembra, in provincia di Trento, la cantina sociale fondata nel 1952 e parte del Gruppo Cavit lavora 300 ettari vitati producendo circa 500.000 bottiglie. L’enologo Stefano Rossi segue le vinificazioni.
Con la simpatia di Sara che ci ha raccontato le aziende del gruppo e guidati per le degustazioni dei vini presenti all’evento abbiamo provato il Trento DOC Bianco Riserva Dosaggio Zero Oro Rosso 2019 che ha rivelato complessità e struttura notevoli, con un lungo affinamento sui lieviti. Il Muller Thurgau 2022 ha espresso la freschezza aromatica tipica dei vigneti d’altura. La Cuvée Zymbra 2020 ha mostrato eleganza e profondità, mentre il Pinot Nero 2021 ha sorpreso per la sua finezza e la delicatezza tannica.
Cesarini Sforza: le bollicine del Metodo Classico trentino
Sempre a Trento, Cesarini Sforza fa parte del Gruppo Cavit dal 1974, con una produzione di circa 1.300.000 bottiglie distribuite su 8 etichette.
Il Trento DOC 1673 Brut Millesimato Metodo Classico 2020 ha mostrato eleganza e finezza di perlage. Il 1673 Riserva Extrabrut 2018 ha espresso maggiore complessità e struttura, mentre il Rosé 1673 Brut Metodo Classico 2017 ha rivelato delicatezza fruttata e una bella persistenza.
Ricasoli: la storia del Chianti Classico
A Gaiole in Chianti, in provincia di Siena, Ricasoli rappresenta una delle realtà storiche del vino italiano. Francesco Ricasoli guida l’azienda dal 1993, con 240 ettari vitati che producono circa 2.000.000 di bottiglie distribuite su 15 etichette. L’enologo Carlo Ferrini segue le vinificazioni, mentre Sofia ci ha accolti per la degustazione.
Il Chianti Classico Gran Selezione Castello di Brolio 2023 ha mostrato struttura e complessità, con tannini eleganti e un lungo finale. Il Chianti Classico Gran Selezione Gaiole Colledilà 2022 ha espresso il massimo dell’espressione territoriale, con profondità straordinaria e una capacità di invecchiamento che ne fa uno dei grandi vini della denominazione.
Capezzana: Carmignano, il territorio del Sangiovese e Cabernet
A Carmignano, in provincia di Prato, Capezzana è condotta dalla famiglia Contini Bonacossi dal 1925. Beatrice ci ha presentato l’azienda. Con 75 ettari vitati, l’azienda produce circa 350.000 bottiglie. L’enologo Franco Bernabei segue le vinificazioni.
Il Carmignano Villa di Capezzana 2020 ha mostrato l’elegante unione tra Sangiovese e vitigni bordolesi che caratterizza questa storica denominazione. Il Carmignano Riserva Trefiano 2021 ha espresso maggiore struttura e complessità, con tannini setosi e un’ottima persistenza.
Contini 1898: la Sardegna della Vernaccia di Oristano
A Cabras, in provincia di Oristano, Contini 1898 rappresenta una delle realtà storiche della Sardegna. Fondata nel 1898, l’azienda è guidata da Mauro Contini, presidente del Consorzio di Tutela Vernaccia di Oristano DOC. Con 120 ettari vitati, produce circa 2.400.000 bottiglie distribuite su 23 etichette. Ad accoglierci è stato Andrea Balleri, brand ambassador e sommelier, premiato come miglior professionista dell’accoglienza nel 2024.
La Vernaccia di Oristano Riserva Antico Gregori 1991 ha rappresentato uno dei momenti più emozionanti della degustazione: un vino ossidativo di straordinaria complessità, con note di frutta secca, mandorle tostate e una mineralità salina che racconta decenni di affinamento e la grande tradizione enologica sarda.
Cantine Pellegrino: il sole di Pantelleria
A Marsala, in provincia di Trapani, Cantine Pellegrino è stata fondata nel 1880. Pietro Alagna è presidente onorario, mentre Benedetto Renda presiede il Consorzio Pantelleria DOC. Con 150 ettari vitati, l’azienda produce circa 5.700.000 bottiglie distribuite su 45 etichette. Gli enologi G. Catalano, E. Stella e N. Poma curano le vinificazioni, mentre Daniela La Porta, area manager, ci ha accolti per la degustazione.
Il Passito di Pantelleria NES 2023 ha espresso tutta la ricchezza e la complessità dello Zibibbo appassito, con note di albicocca, miele e agrumi canditi, perfetto equilibrio tra dolcezza e freschezza che rende questo vino uno dei grandi passiti italiani.

Appuntamento al 2026
La prima edizione di Eno Florence si è conclusa con un bilancio più che positivo. L’alto livello qualitativo delle cantine partecipanti e l’organizzazione curata hanno posto le basi per far crescere questo evento nel panorama delle manifestazioni enologiche italiane. L’appuntamento per il 2026, auspica di ritrovare alla Fortezza da Basso lo stesso entusiasmo e la stessa qualità che hanno caratterizzato questa edizione inaugurale.











