I Colli Bolognesi assaggiati al Mercato Ritrovato

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Un viaggio tra le cantine del territorio bolognese, tra Pignoletto, vitigni internazionali e la riscoperta di un territorio ricco di storia e tradizione

L’evento di degustazione al Mercato Ritrovato di Bologna ha offerto l’occasione per incontrare alcune delle realtà più rappresentative della denominazione Colli Bolognesi, un territorio che si estende tra il fiume Panaro a ovest e il torrente Idice a est, abbracciando la zona pedecollinare bolognese attraversata dalla vallata del Reno e dai torrenti Samoggia, Lavino e Idice. Le cantine hanno presentato i loro vini, permettendo di cogliere la varietà e la qualità di una produzione che spazia dal re indiscusso del territorio, il Pignoletto DOCG, ai vitigni internazionali come Merlot, Cabernet Sauvignon e Sauvignon Blanc, passando per vitigni autoctoni come la Barbera.



Il territorio e la denominazione

I Colli Bolognesi rappresentano una realtà vinicola che affonda le sue radici nella storia antica. Già Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia citava un vino frizzante e biondo prodotto sui colli bolognesi, mentre nel Medioevo furono i monaci a preservare e sviluppare la viticoltura locale. La denominazione DOC è stata istituita nel 1975 e nel corso degli anni si è arricchita fino a ottenere, nel 2010, il riconoscimento DOCG per il Pignoletto nelle sue versioni Superiore, Frizzante, Spumante e Passito.

La zona di produzione comprende i comuni di Monte San Pietro, Monteveglio, Sasso Marconi, Valsamoggia, Zola Predosa, Casalecchio di Reno e parte del territorio di Bologna, oltre a una piccola porzione del comune modenese di Savignano sul Panaro. Il territorio presenta una grande diversità di suoli, altitudini e microclimi che hanno favorito la presenza di numerosi vitigni, consentendo una produzione variegata e di qualità. Accanto al Pignoletto, la denominazione comprende vini da Barbera, Merlot, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Sauvignon, Riesling Italico e Pinot Bianco.


Le nostre scelte

Tenuta Bonzara – Monte San Pietro

La Tenuta Bonzara, di proprietà della famiglia Lambertini e fondata nel 1963, si estende su 14 ettari vitati con una produzione di 70.000 bottiglie distribuite su dieci etichette. Ad accoglierci al banchetto è stato Enrico, che ci ha raccontato come la cantina stia attraversando una fase di rinnovamento con l’arrivo del nuovo enologo Paolo Razzini, impegnato a rivedere l’intera linea produttiva. Dei tre vini presentati, il Pignoletto DOCG Superiore Classico Vigna Antica 2023 si è distinto per equilibrio e struttura. Il vino rivela la complessità che può raggiungere il Pignoletto nella versione Superiore, con maggiore persistenza e profondità aromatica. Anche il rosato Rosa 2024, un Emilia IGT, ha offerto una piacevole bevibilità, mentre il Pignoletto frizzante Bonzarino 2024 si conferma una scelta versatile per l’aperitivo.

Enrico (Tenuta Bonzara) e Maria (Montevecchio Isolani)

Montevecchio Isolani – Monte San Pietro

Una delle cantine più storiche del territorio, Montevecchio Isolani vanta una fondazione che risale al 1456 ed è di proprietà dei fratelli Gualtiero e Francesco Cavazza Isolani. Con 10 ettari vitati e una produzione di 30.000 bottiglie su sette etichette, l’azienda lavora con l’enologo Giovanni Fraulini. Ad accoglierci è stata Maria, che ci ha guidato nella degustazione. Il Pignoletto Spumante Brut 2024 si è rivelato particolarmente riuscito, dimostrando come il metodo spumante valorizzi le caratteristiche del vitigno con eleganza e finezza. Il rosato Peonia 2024, un Emilia IGT, ha conquistato consensi grazie alla sua freschezza e al suo carattere fragrante.


Terre Rosse Vallania – Zola Predosa

Fondata nel 1964 da Enrico Vallania, l’azienda è stata rilevata ed è gestita da Giulio Scaliarini ed Enrico Verdilio. Terre Rosse Vallania gestisce 22 ettari vitati con una produzione di 40.000 bottiglie distribuite su nove etichette. L’enologo Mirko Niccolai guida la produzione di questa cantina che, con Valentina al banchetto, ha presentato quattro vini di notevole interesse. Il Riesling Italico Dao 2022 si è distinto in modo particolare, evidenziando come questo vitigno, spesso sottovalutato, possa esprimere grande personalità e complessità nel territorio bolognese. Lo Spumante Metodo Classico Dosaggio Zero 995 ha confermato l’eccellenza nella spumantizzazione. Il Perditempo Chardonnay 2024 e il Sauvignon Blanc Zass 2020 hanno mostrato due interpretazioni diverse di vitigni internazionali ben adattati al territorio.


Cantina Illeri – Valsamoggia (Monteveglio)

La Cantina Illeri, situata a Monteveglio e di proprietà di Vittorio Illeri (nipote dei fondatori Federico Maldini ed Evando Illeri), è stata fondata nel 1960. Con 15 ettari vitati e una produzione di 20.000 bottiglie su otto etichette, lavora con l’enologo Giovanni Fraulini. Vittorio Illeri stesso ci ha accolti al banchetto, raccontandoci con passione la storia di famiglia. Dei tre vini presentati, spicca il Cabernet Sauvignon Il Cavaliere Rosso, un Emilia IGT che ha mostrato come i vitigni internazionali trovino nei Colli Bolognesi un terroir favorevole per esprimere struttura e complessità. Il Pignoletto DOCG Spumante Brut Nature Millesimato Il Zero 2022 e il Pignoletto Frizzante Il Guardiano 2024 hanno completato una proposta equilibrata tra tradizione e innovazione.


La Marmocchia – Valsamoggia (Monteveglio)

Con una storia che risale al 1884, La Marmocchia è di proprietà di Alberto Montaguti, affiancato dal figlio Tommaso, agronomo. L’azienda gestisce 13 ettari vitati con una produzione di 60.000 bottiglie su nove etichette e lavora con l’enologo Giovanni Fraulini. Tommaso ci ha guidati nella degustazione, illustrando con competenza la filosofia produttiva. Il Merlot OIUM 2024 ha mostrato un rosso di carattere e buona struttura, mentre il Pignoletto DOCG Superiore Anino 2024 ha confermato l’attenzione della cantina verso la qualità delle sue produzioni.


Floriano Cinti – Sasso Marconi

Fondata nel 1992 da Floriano Cinti, che è anche l’enologo della cantina, questa realtà gestisce 25 ettari vitati con una produzione importante di 100.000 bottiglie distribuite su ben diciotto etichette. Mirco ci ha accolti al banchetto, presentandoci i vini dell’azienda. Il Pignoletto DOCG Classico SassoBacco 2022 ha evidenziato maturità e complessità, mentre il Pignoletto Frizzante 2024 rappresenta un ottimo rapporto qualità-prezzo per chi cerca l’espressione più immediata e fresca del vitigno.


Torre Ca’ Bianca – Valsamoggia (Castello di Serravalle)

Realtà più recente, fondata nel 2014 da Alessandro Fedrizzi, Torre Ca’ Bianca è la cantina più estesa tra quelle presenti all’evento, con 35 ettari vitati e una produzione di 150.000 bottiglie su nove etichette. L’enologo Francesco Marchi guida la produzione. Alessandro Fedrizzi in persona ci ha raccontato il progetto imprenditoriale e presentato i vini. Il Pignoletto Spumante e il Bologna Bianco 2024 hanno mostrato vini puliti e ben realizzati, segno di un’azienda che lavora con attenzione alla qualità e che mira a costruire una propria identità nel panorama dei Colli Bolognesi.


Tizzano – Casalecchio di Reno

Proprietà della famiglia Visconti di Modrone, Tizzano è stata fondata nel 1961 ed è una delle tenute più storiche e facilmente raggiungibili da Bologna. Con 25 ettari vitati e una produzione di 150.000 bottiglie su dieci etichette, lavora con l’enologo Acroon Komini. Antonio Riccotti ci ha guidati nella degustazione. Dei tre vini presentati, il Cabernet Sauvignon invecchiato in botte 2019 ha dimostrato come l’invecchiamento possa aggiungere complessità e profondità a questo vitigno. Il Merlot 2024 ha offerto un’interpretazione più immediata e fruttata, mentre lo Spumante Brut rappresenta un’ottima scelta per chi cerca un prodotto elegante a un prezzo accessibile. La cantina è nota anche per l’organizzazione dell’annuale festa del maiale che si tiene a gennaio, rievocando l’antica tradizione contadina.


Zanardi Alessandro – Casalecchio di Reno

La più giovane tra le cantine presenti, fondata nel 2015 da Alessandro Zanardi che è anche l’enologo, gestisce 5 ettari vitati con una produzione contenuta di 16.000 bottiglie su otto etichette. Alessandro Zanardi in persona ha presidiato il banchetto, raccontandoci il suo progetto imprenditoriale. La Barbera ha mostrato come questo vitigno tradizionale possa ancora dire la sua nei Colli Bolognesi con carattere e personalità. Il Pignoletto DOCG Superiore ha confermato l’impegno anche delle piccole realtà verso la qualità, dimostrando che dimensioni contenute non significano necessariamente minori ambizioni.


La degustazione ha permesso di apprezzare la varietà e la ricchezza del territorio dei Colli Bolognesi, dove tradizione e innovazione convivono. Il Pignoletto si conferma il protagonista assoluto, declinato nelle sue diverse versioni dal frizzante allo spumante, dal superiore al passito. Accanto a lui, i vitigni internazionali come Merlot, Cabernet Sauvignon e Sauvignon hanno trovato nei Colli Bolognesi un terroir favorevole per esprimere tipicità e qualità. La presenza di cantine storiche accanto a realtà più giovani testimonia la vitalità di una denominazione che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici, in un territorio a due passi da Bologna che merita di essere scoperto e valorizzato.



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