A Bologna l’evento Go Wine celebra la biodiversità del vigneto italiano con oltre 60 varietà autoctone
Il Relais Bellaria Hotel di Bologna ha ospitato lo scorso 16 ottobre “Autoctono si nasce“, appuntamento di punta del circuito Go Wine dedicato ai vitigni autoctoni italiani. Un evento che ha portato nel cuore dell’Emilia-Romagna la straordinaria ricchezza e diversità del patrimonio vitivinicolo del nostro Paese, con cantine provenienti da nord a sud, unite dal filo conduttore della valorizzazione delle varietà locali. Oltre sessanta varietà rappresentate, un parterre di produttori d’eccellenza e la possibilità per appassionati e professionisti del settore di scoprire espressioni uniche del territorio italiano: questo il quadro di una giornata che ha celebrato la biodiversità come valore assoluto.
Tra le regioni protagoniste, il Veneto, la Puglia, la Calabria, il Piemonte, la Lombardia e la Toscana hanno offerto un campionario significativo delle loro produzioni più rappresentative, confermando come l’Italia sia custode di un tesoro enologico senza eguali al mondo.
Le nostre scelte
Sottero Costa
Dal Piemonte, dalla provincia di Cuneo, precisamente da Castellinaldo d’Alba, arriva una delle realtà più giovani e promettenti del panorama piemontese. L’Azienda Vitivinicola Sottero è nata nel 2023 per volontà di Silvana Sottero e conta su cinque ettari vitati, con una produzione di circa tremila bottiglie distribuite in tre etichette. La consulenza enologica è affidata ad Andrea Paglietti, mentre al banco d’assaggio abbiamo avuto il piacere di incontrare Luca e Ivan, i figli di Silvana che portano avanti con passione questo nuovo progetto di famiglia.
Abbiamo degustato tre interpretazioni di grande interesse. La Barbera d’Alba DOC 2024 si è presentata fresca e piacevole, perfetta espressione di un’annata giovane. La Barbera d’Alba DOC Superiore 2023 ha mostrato maggiore complessità e struttura, frutto dell’affinamento più prolungato. Infine, il Nebbiolo d’Alba DOC 2023 ha convinto per eleganza e carattere, dimostrando come anche una realtà agli esordi possa interpretare con rispetto e qualità il grande vitigno delle Langhe.
Tenuta Maddalena
Dalla Lombardia, dal territorio del Garda mantovano, precisamente da Volta Mantovana, la Tenuta Maddalena rappresenta un esempio virtuoso di come si possano valorizzare sia vitigni internazionali che autoctoni in un contesto di confine. Fondata nel 2009, l’azienda gestisce otto ettari vitati con una produzione annua di circa quarantamila bottiglie distribuite in nove etichette. All’evento di Bologna Elisa ci ha guidato nella degustazione.
La gamma assaggiata ha dimostrato grande versatilità. Il Garda DOC Chardonnay D’Alloro 2024 ha conquistato per freschezza e pulizia aromatica, mentre il Garda DOC Sauvignon Col fiori 2024 ha espresso profumi intensi e ben delineati. Tra i rossi, l’Alto Mincio IGT Cabernet La Pietra 2021 ha mostrato struttura ed equilibrio, ma è stato l’Alto Mincio IGT Rosso Passito Cioros 2019 a regalare le emozioni maggiori, con la sua dolcezza calibrata e la complessità derivante dall’appassimento delle uve.
Tenuta Cafaggiolo
Dalla Toscana, nel cuore del Mugello, a Barberino, sorge la Tenuta Cafaggiolo, proprietà della famiglia Lowenstein dal 2000. La cantina si trova in una Villa Medicea, Patrimonio dell’umanità Unesco. Con quattordici ettari vitati e una produzione di circa quarantamila bottiglie suddivise in cinque etichette, l’azienda si avvale della consulenza enologica di Fabrizio Consiglio. A rappresentare la cantina durante l’evento è stata Cristina, che ci ha accompagnato nella scoperta delle loro produzioni.
Abbiamo assaggiato il Toscana IGT Pinot Nero Pater Patriae 2016, un vino di notevole personalità che dimostra come anche vitigni di origine transalpina possano trovare nel territorio toscano un’espressione convincente e di qualità, con una maturazione che ha conferito complessità e finezza al sorso.
Scarpello
Dalla Puglia salentina, precisamente da San Pancrazio Salentino in provincia di Brindisi, arriva una realtà importante per dimensioni e qualità. La famiglia Scarpello ha fondato la cantina nel 2023 e gestisce ben novanta ettari vitati, con una produzione di trentamila bottiglie distribuite in cinque etichette. Luigi Scarpello ci ha accolto personalmente al banco d’assaggio.
La gamma presentata ha messo in luce l’eccellenza dei vitigni autoctoni pugliesi. Il Salento IGT Rosato Susumaniello Terralìa 2024 ha convinto per la sua vivacità e freschezza, mentre il Salento IGT Rosato Negroamaro Estra 2024 ha mostrato carattere e intensità. Il Salento IGT Negroamaro Estra 2023 nella versione rossa ha espresso al meglio la potenza e la morbidezza di questo grande vitigno del Sud, ma è stato il Salento IGT Rosso Primitivo Terralìa 2023 a impressionare maggiormente, con la sua concentrazione e il suo calore mediterraneo perfettamente bilanciato.
Cantina Masseria Torricella
Dalla Puglia, da Alberobello, cuore della Valle d’Itria, Peppe Consoli ha fondato nel 2020 la Cantina Masseria Torricella. L’azienda conta diciotto ettari vitati con una produzione significativa di novantamila bottiglie distribuite in dieci etichette. La consulenza enologica è affidata a Marco Mascellani, mentre Peppe Consoli in persona ci ha guidato alla scoperta dei suoi vini.
La degustazione ha riservato sorprese interessanti. La Puglia IGT Verdeca Gemma 2022 ha espresso la tipicità di un vitigno bianco autoctono ancora poco conosciuto, mentre la Puglia IGT Bianco Orange Minus 2022 ha mostrato il lato più sperimentale della cantina con una macerazione sulle bucce che ha regalato complessità e struttura. Il Vino bianco frizzante Ad Astra 2024 ha portato leggerezza e piacevolezza, ma il vero protagonista è stato il Puglia IGT Primitivo U’ Mest 2021, un rosso di grande concentrazione e personalità che valorizza al meglio uno dei vitigni simbolo della Puglia.
Cantine Lavorata
Dalla Calabria ionica, precisamente da Roccella Ionica in provincia di Reggio Calabria, le Cantine Lavorata rappresentano una storia di famiglia che affonda le radici nel 1958. Fondata da Danilo Lavorata, l’azienda conta tredici ettari vitati con una produzione importante di seicentomila bottiglie distribuite in ventuno etichette. L’enologo Domenico Lavorata segue le vinificazioni, mentre ad accoglierci è stata Adele Anna Lavorata, presidente del Consorzio Bivongi, testimonianza dell’impegno della famiglia anche nella promozione territoriale.
I vini degustati hanno raccontato la Calabria più autentica. La Calabria IGT Greco Bianco 2024 ha mostrato freschezza e mineralità, perfetta espressione di un vitigno antico e nobile. La Calabria IGT Rosso Jusucanne 2024 ha portato immediatezza e piacevolezza nel sorso, mentre la Calabria IGT Greco Nero 2021 ha dimostrato come questo vitigno a bacca scura possa regalare vini di carattere ed eleganza. Infine, il Bivongi DOC Rosso Riserva 2019 ha rappresentato l’apice qualitativo, con una complessità derivante dall’affinamento che ha esaltato il territorio di questa piccola ma significativa denominazione calabrese.
Tenuta Sant’Antonio
Dal Veneto, dal veronese, precisamente da Lavagno, la Tenuta Sant’Antonio è una delle realtà più affermate della Valpolicella. Fondata nel 1995 dalla famiglia Castagnedi – Massimo, Armando, Tiziano e Paolo – l’azienda gestisce centocinquanta ettari vitati con una produzione importante di un milione e ottocentomila bottiglie distribuite in diciannove etichette. Paolo Castagnedi è sia proprietario che enologo, mentre al banco ci ha accolto Valeria.
La degustazione di Valpolicella presentata ha dimostrato la grande maestria della cantina. Il Valpolicella DOC Nanfrè 2023 ha offerto un’interpretazione fresca e beverina della denominazione. Il Valpolicella DOC Superiore La Bandina 2021 ha mostrato maggiore struttura e complessità, frutto di una selezione più accurata. Ma è stato l’Amarone della Valpolicella DOCG Campo dei Gigli 2018 a rappresentare il vertice qualitativo, un vino di grande potenza e finezza che esalta la tradizione dell’appassimento con eleganza e personalità straordinarie.
La Romiglia
Dal Veneto, direttamente da Verona, La Romiglia è una realtà giovane fondata nel 2020 dalla famiglia Gazzo, con Michele come riferimento principale. L’azienda gestisce venti ettari vitati con una produzione di circa venticinquemila bottiglie distribuite in dodici etichette. Niccolò ci ha guidato nella degustazione.
La gamma assaggiata ha coperto diversi stili. Il Pinot Grigio delle Venezie DOC Rosato spumante Brut Atena 2023 ha portato freschezza e vivacità nelle bollicine. Il Valpolicella DOC 2023 ha offerto un’interpretazione immediata e piacevole della denominazione, mentre il Valpolicella Superiore DOC 2023 ha mostrato maggiore struttura. Il Valpolicella Ripasso DOC Superiore ha aggiunto complessità grazie alla tecnica della rifermentazione sulle vinacce dell’Amarone, ma è stato l’Amarone della Valpolicella DOCG 2021 a chiudere in bellezza, dimostrando come anche una cantina giovane possa interpretare con successo il grande vino simbolo del territorio veronese.

Un patrimonio da preservare
L’evento “Autoctono si nasce” ha confermato ancora una volta l’importanza di preservare e valorizzare la biodiversità del vigneto italiano. Ogni cantina visitata ha raccontato una storia diversa, ma tutte accomunate dalla passione per il territorio e dalla volontà di esprimere attraverso il vino l’identità più profonda dei luoghi di origine.
Le parole del presidente Go Wine
A sottolineare il valore strategico dell’iniziativa è stato il presidente di Go Wine Massimo Corrado nel suo discorso di benvenuto. “Autoctono si nasce” rappresenta infatti la quarta tappa di un tour che toccherà sei grandi città italiane, con l’obiettivo di promuovere la ricchezza e la diversità della viticoltura del nostro Paese. Come ha evidenziato Corrado, le varietà autoctone sono espressione autentica della storia e della cultura di specifici territori, e la loro valorizzazione rappresenta anche un’importante leva per lo sviluppo dell’enoturismo.
Il presidente non ha mancato di affrontare le difficoltà che il settore vinicolo italiano sta attraversando nel 2025, dai dibattiti sull’alcol alle mutate tendenze di consumo. Di fronte a chi tenta di demonizzare il vino, la risposta più efficace – ha sottolineato Corrado – risiede proprio nella valorizzazione della tradizione e della storia che ogni bottiglia porta con sé.
L’intervento ha inoltre anticipato i prossimi appuntamenti di Go Wine a Bologna, tra cui un corso di avvicinamento al vino e, evento di particolare rilievo, la presentazione della guida “Cantina d’Italia 2026” che si terrà il 29 novembre a Milano.
In coda alla pagina è disponibile il video integrale del discorso di benvenuto del presidente Massimo Corrado, che ha aperto i lavori di questa giornata dedicata alla più grande ricchezza del vino italiano: la sua straordinaria diversità.








