A Palazzo Boncompagni di Bologna, il maestro dell’Arte povera presenta “Spiritualità” e racconta il suo percorso dall’autoritratto agli specchi fino al Terzo Paradiso
C’è qualcosa di affascinante nel modo in cui Michelangelo Pistoletto racconta la sua storia. Seduto a Palazzo Boncompagni per presentare il libro “Spiritualità”, scritto insieme al gesuita Antonio Spadaro, l’artista di 91 anni parla con la serenità di chi ha trovato il proprio posto nel mondo, ma anche con l’energia di chi ha ancora molto da dire.
La sua storia inizia quasi per caso. “Ho seguito l’arte per caso”, confessa, e in queste parole c’è tutta la sincerità di un uomo che non ha mai smesso di interrogarsi. Il padre era un pittore che, avendo perso l’udito, aveva sviluppato un occhio straordinario e aveva imparato a raccontare le cose con le immagini. Una lezione preziosa che il figlio avrebbe fatto sua in modo del tutto originale.
A diciotto anni, spinto dalla madre, Michelangelo si avvicina al mondo della pubblicità. Approda da Armando Testa, che diventa il suo maestro nell’arte moderna, insegnandogli ad avere una visione dinamica del mondo. È lì che scopre gli astrattisti degli anni Cinquanta e inizia a intravedere se stesso nell’arte.
Ma Pistoletto voleva capire cosa ci facesse davvero in questo mondo. La risposta arriva con le opere specchio, quelle che lo renderanno famoso in tutto il mondo. Non si tratta di semplici autoritratti, ma di qualcosa di più profondo: un modo per andare oltre l’immagine di sé e scoprire il proprio ruolo nell’universo. Negli specchi di Pistoletto tutti possono riflettersi, tutti lasciano una traccia. È un’arte democratica, inclusiva, che parla a chiunque si ponga davanti a quelle superfici riflettenti.

Il Terzo Paradiso: una nuova visione dell’umanità
Da questa ricerca personale nasce poi la sua intuizione più potente: il Terzo Paradiso. Pistoletto la spiega con parole semplici ma cariche di significato: “È la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia.”
Questo secondo paradiso, fatto di bisogni artificiali e comodità artificiali, ha portato con sé anche processi irreversibili di degrado del mondo naturale. Il Terzo Paradiso rappresenta invece la terza fase dell’umanità, quella che si realizza nella connessione equilibrata tra artificio e natura.
“Significa il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza”, continua l’artista. Non è solo filosofia, ma un richiamo alla responsabilità personale in una visione globale.
La parola “paradiso” deriva dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto”. “Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita”, dice Pistoletto, e in queste parole risuona una spiritualità laica ma profonda.
Il simbolo del Terzo Paradiso è la riconfigurazione del segno matematico dell’infinito: tre cerchi consecutivi, dove i due esterni rappresentano le diversità e le antinomie tra natura e artificio, mentre quello centrale è la compenetrazione tra opposti, il grembo generativo della nuova umanità.

Un nuovo simbolo di pace
Quando gli si chiede se il Terzo Paradiso possa essere considerato un nuovo simbolo di pace, Pistoletto non esita: “Certamente”. E in quella risposta c’è tutto il senso del suo percorso artistico, che da sempre ha visto nell’arte non solo un mezzo espressivo, ma uno strumento di trasformazione sociale.
Non è un caso che il maestro dell’Arte povera sia stato candidato al Premio Nobel per la Pace. La sua visione dell’arte come forza capace di cambiare il mondo non è retorica, ma una pratica costante. Attraverso la Fondazione Cittadellarte da lui creata, Pistoletto continua a promuovere progetti che mettono l’arte al servizio della società, dell’ambiente, della pace.
A 91 anni, Michelangelo Pistoletto dimostra che l’arte vera non invecchia mai. Anzi, diventa sempre più necessaria. In un mondo lacerato da conflitti e tensioni, la sua proposta di un equilibrio tra natura e artificio, la sua idea di responsabilità condivisa, il suo invito a essere “giardinieri” del pianeta suonano come un messaggio di speranza.
Il dialogo con padre Spadaro, raccolto nel libro “Spiritualità”, dimostra che quando l’arte incontra la dimensione spirituale – laica o religiosa che sia – può nascere qualcosa di straordinario: una visione comune dell’umano che supera le differenze e cerca una strada verso la pace.
Gli specchi di Pistoletto continuano a riflettere il mondo, ma ora mostrano anche una possibilità: quella di un’umanità capace di prendersi cura di sé e del proprio giardino planetario. È questa, forse, la vera rivoluzione di un artista che ha trovato nell’arte non solo se stesso, ma una via verso il futuro.

Cronologia biografica di Michelangelo Pistoletto
1933
- 25 giugno: nasce a Biella Michelangelo Olivero Pistoletto, figlio di Livia Fila e del pittore Ettore Olivero Pistoletto
1934
- La famiglia si trasferisce a Torino, dove il padre aveva aperto uno studio di restauro
1947
- Inizia come apprendista nella bottega del padre restauratore di quadri
1953
- Collabora con Armando Testa, fondatore della prima scuola di pubblicità in Italia. Dirige tale istituto di advertising fino al 1958
1955
- Espone la sua prima opera, un autoritratto, al Circolo degli Artisti di Torino
1958
- Termina la collaborazione con il padre restauratore
1962-1966
- Periodo dei “quadri specchianti”: i soggetti vengono tagliati e immobilizzati in un’istantanea, in un’atmosfera di sospensione ancora più accentuata
1963
- Espone per la seconda volta alla Galleria Galatea; viene erroneamente accostato da Ileana Sonnabend ad artisti pop come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein e Andy Warhol
1964
- Passaggio dai Quadri specchianti ai Plexiglas, lastre di resina trasparente su cui l’artista dipinge o riporta fotografie
1967
- Realizza le prime opere con gli stracci, tra cui tre Venere degli stracci, diventando catalizzatore per la nascita dell’Arte Povera
- Pubblica in proprio la riflessione teorica “Le ultime parole famose” sull’evoluzione del suo lavoro
1975-1976
- Realizza 12 mostre consecutive presso la Galleria Christian Stein di Torino, una al mese (dall’ottobre 1975 al settembre 1976), intitolate “Le Stanze”
1979-1980
- Dà vita a un’ampia collaborazione creativa negli Stati Uniti con mostre personali e installazioni in musei, gallerie e luoghi pubblici. Lavora ad Atlanta, New York, Los Angeles e Athens con la “Creative Collaboration”
1985
- Espone presso la Galleria Persano di Torino un gruppo di opere definite “arte dello squallore”, utilizzando grandi blocchi di poliuretano ricoperti di tela e dipinti con colori cupi
1993
- Presenta in Francia la serie “Segno Arte” simultaneamente in diverse città tra cui Rochechouart, Thiers e Vassiviere
1995-1996
- Mostra “Progetto Arte” a Pistoia presso Palazzo Fabroni (da novembre 1995 a febbraio 1996), divisa in 16 stanze tematiche
1996-1997
- Cura la mostra “Habitus, Abito, Abitare” al Museo Pecci di Prato (da settembre 1996 al febbraio 1997)
1997
- Realizza “L’ala di Krems”, una scultura permanente composta da pannelli luminosi contenenti ciascuno il Segno Arte di un abitante di Krems
1998
- Fonda a Biella Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, un centro dedicato all’arte contemporanea nell’ex lanificio Trombetta
2003
- Scrive il manifesto del Terzo Paradiso, disegnando un simbolo costituito da due cerchi contigui agli estremi di un altro cerchio centrale maggiore
- Riceve il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia (24 marzo)
2005
- Presenta il Terzo Paradiso alla 51ª Biennale di Venezia nella mostra “L’isola interiore: l’arte della sopravvivenza”
2007
- Inizia la collaborazione con Gianna Nannini per il Terzo Paradiso come “work in progress” multimediale
2010
- Scrive il saggio “Il Terzo Paradiso”, edito da Marsilio
2011
- Viene creato un percorso di visita nel Bosco di San Francesco ad Assisi che termina con un esemplare del Terzo Paradiso
2017
- Inizia la costruzione in pietra di una grande riproduzione del simbolo del Terzo Paradiso a Ponte San Ludovico di Ventimiglia
- Il simbolo viene inserito dall’Agenzia Spaziale Italiana nel logo della missione “Vita” per la Stazione spaziale internazionale con l’astronauta Paolo Nespoli
- Pubblica il manifesto “Ominiteismo e demopraxia. Manifesto per una rigenerazione della società”
2020
- Dona in licenza esclusiva il simbolo del Terzo Paradiso al Comune di Biella, divenuta città creativa UNESCO
2025
- Il 21 febbraio viene annunciata ufficialmente la sua candidatura al Premio Nobel per la pace, presentata dalla Fondazione Gorbachev
