Ungherese, visionario, erede di Kafka: il Nobel che ci costringe a guardare il mondo in rovina per riscoprire il potere della bellezza
Il Premio Nobel per la Letteratura 2025 è stato assegnato allo scrittore ungherese László Krasznahorkai. L’Accademia Svedese ha motivato la scelta lodando la sua “opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte”. La notizia chiude il tradizionale “TotoNobel” con una scelta che premia un autore di alta caratura letteraria, spesso discusso, e ne consacra l’importanza a livello globale. Per i lettori, si apre l’opportunità di confrontarsi con una delle voci più oscure e al contempo illuminate della contemporaneità.
Il Maestro del Terrore e la Struttura Senza Respiro
László Krasznahorkai (Gyula, 1954) è da tempo considerato una figura centrale della letteratura europea, un autore che ha saputo evolvere la tradizione dell’Europa centrale post-bellica, spesso accostato a maestri della disperazione intellettuale come Franz Kafka e Thomas Bernhard. La sua opera non è di facile accesso, ma è profondamente ricompensante.
La sua cifra stilistica più distintiva è l’uso di frasi estremamente lunghe, vere e proprie architetture sintattiche che possono estendersi per pagine intere. Questa scelta formale non è un mero virtuosismo: essa riflette e incarna la materia stessa della narrazione, trasmettendo un senso di oppressione claustrofobica, di un discorso ininterrotto e senza via d’uscita, specchio fedele della condizione di alienazione e disfacimento sociale che egli descrive.
I suoi romanzi, da Satantango (1985) a Melancolia della resistenza (1989), sono affreschi di un mondo in rovina, spesso ambientati in villaggi rurali dell’Ungheria o in piccole comunità allo sbando, dove ogni speranza di redenzione è frustrata e la bellezza stessa appare come un fantasma. Il “terrore apocalittico” citato dall’Accademia non è un’immagine futuristica, ma la rappresentazione lucida e attuale della dissoluzione morale e politica.
La Gentilezza nell’Apocalisse: Il Contro-Messaggio
Eppure, il premio non si limita a riconoscere la sua tetra visione. La chiave di lettura fornita dall’Accademia risiede nel concetto di “riaffermare il potere dell’arte”. Krasznahorkai stesso, in più occasioni, ha suggerito che, pur descrivendo un mondo senza speranza, è proprio l’atto di creare arte a contenere un residuo di significato. L’arte, la musica (spesso evocata nei suoi romanzi, come in Herscht 07769 che intreccia la violenza sociale con l’eredità di Bach), o persino la debolezza della gentilezza di alcuni suoi personaggi, rappresentano un baluardo etico. In questo senso, la sua letteratura non è solo distruttiva, ma anche un atto di resistenza formale ed esistenziale.

I Legami Sottili con l’Italia: Editoria, Premi e Cinema
Sebbene la sua terra d’elezione sia l’Ungheria, la figura di Krasznahorkai non è estranea al panorama culturale italiano.
L’Editoria e l’Accessibilità
I suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Bompiani, che ha avuto il merito di rendere accessibile al pubblico italiano opere complesse come Satantango, Melancolia della resistenza e Il Ritorno del Barone Wenckheim.
I Riconoscimenti Italiani
Il suo impatto è stato riconosciuto anche dalla critica italiana. Krasznahorkai è stato infatti finalista al Premio Strega Europeo 2017 con Satantango, un riconoscimento che testimonia la sua influenza sulla scena letteraria continentale e il dibattito critico generato nel nostro Paese.
Il Ponte Cinematografico
Un legame fondamentale passa attraverso il cinema. Molti dei suoi romanzi sono stati adattati dal regista ungherese Béla Tarr, suo stretto collaboratore e sodale artistico. Film come Sátántangó e Le armonie di Werckmeister (tratto da Melancolia della resistenza) hanno circolato e sono stati apprezzati in Italia, contribuendo a diffondere la sua estetica visionaria ben oltre gli ambienti puramente letterari.
L’assegnazione del Nobel a Krasznahorkai è un segnale forte
L’Accademia di Svezia si allontana dalle scelte più popolari per premiare una letteratura esigente e necessaria, che ci invita a non distogliere lo sguardo dalle nostre attuali apocalissi, ma a cercare in esse, attraverso la forza della parola, l’ultima, flebile riaffermazione della nostra umanità. Il compito ora spetta ai lettori: intraprendere il cammino in queste “cattedrali” letterarie per decifrare, insieme a lui, il mondo di oggi.
