Milano Best Wine Stars 2025. Le nostre scelte

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Dal 17 al 19 maggio, il Palazzo del Ghiaccio di Milano ha ospitato la sesta edizione di Best Wine Stars, evento che ogni anno accende i riflettori su alcune delle realtà vitivinicole più interessanti, tra novità, conferme e produzioni di nicchia.

Abbiamo incontrato produttori, degustato etichette originali e condiviso storie di territorio e passione. Ecco le nostre scelte personali tra le tante eccellenze presenti.


🍇 La Masera – Settimo Rottaro (TO), Piemonte

Una delle prime cantine che ho visitato e che mi ha colpito per autenticità e coerenza stilistica. La Masera nasce nel 2005 con 5 soci fondatori, poi rilevata nel 2024 dall’attuale proprietario Michele Bardus. Ci troviamo in una zona ancora poco battuta dal grande pubblico, il Canavese, ma straordinaria per qualità e potenziale. I 10 ettari vitati sono interamente dedicati alla valorizzazione del vitigno Erbaluce, e ogni etichetta è pensata per raccontarne una sfumatura diversa.
Siamo stati accolti con grande disponibilità da Federica che con precisione e calore ci ha guidato nella degustazione. L’Erbaluce di Caluso DOCG Anima 2023 è vibrante e floreale, mentre la versione “Macaria 2020” dimostra come questo vitigno possa evolvere con finezza e note minerali.
Il Canavese Rosato 2024 è stata una piccola sorpresa: fresco, fruttato, ma con una sua eleganza. Il Barbera Monte Gerbido 2022 è diretto e sincero, mentre il Nebbiolo 2021 possiede una struttura più classica ma ben integrata. Il culmine è stato il Caluso Passito Riserva Venanzia 2015, un vino complesso, intenso, con note di miele, albicocca disidratata e una dolcezza mai pesante. Una delle migliori interpretazioni del passito piemontese che abbia assaggiato.
👉 lamasera.it


🍷 Locatelli Caffi – Chiuduno (BG), Lombardia

Una realtà familiare con una lunga storia alle spalle, oggi portata avanti con passione da Diego e Fabio Locatelli, nipoti del fondatore Bortolo. La cantina si trova a Chiuduno, nel cuore della provincia bergamasca, e coltiva ben 30 ettari, con una produzione annuale che raggiunge le 150.000 bottiglie, suddivise in 21 etichette.
Ho avuto il piacere di essere guidato da Daniele Donadoni, che oltre ad essere l’enologo è anche l’anima comunicativa della cantina: preciso, preparato e sinceramente innamorato del suo lavoro.
La degustazione è iniziata con il metodo classico Claudum 2020, uno spumante a base Chardonnay e Pinot bianco dalla bolla cremosa e sentori di lievito e mela verde. Il Ducale 2023, sempre da Incrocio Manzoni, ha mostrato un bel corpo, sentori agrumati e una buona spinta minerale. I Valcalepio DOC Rosso, sia nella versione 2023 che nella Riserva 2018, erano ben bilanciati, con tannini maturi e un buon potenziale di evoluzione.
Il momento più emozionante? Il Moscato di Scanzo DOCG 2017, un vino raro e affascinante, che conquista per le sue note di rosa, spezie e frutti rossi in confettura. È un sorso che resta impresso.
👉 locatellicaffi.it


🍇 Cantine Palesi – Martina Franca (TA), Puglia

Questa cantina pugliese è un esempio riuscito di come si possa coniugare tradizione e visione contemporanea. Fondata nel 2016 dalla famiglia Albergo, oggi Gloria Albergo gestisce 130 ettari di cui 14 vitati nella splendida Valle d’Itria, con una produzione importante di circa 300.000 bottiglie annue, distribuite su 6 etichette curate con attenzione dall’enologo Tedosio D’Apolito.
L’incontro con Gloria, che mi ha guidato nella degustazione, è stato uno dei più piacevoli dell’intero evento: gentile, appassionata, attenta ad ogni dettaglio, ha saputo raccontare ogni vino con precisione e calore umano.
Ho aperto la degustazione con il Martina DOC 2024, delicato e sapido, perfetto per chi cerca vini quotidiani ma curati. Poi la Verdeca Bian Cuore, che colpisce per freschezza e una nota minerale piacevole. Ma il meglio è arrivato con i rossi: il Salento IGT Il Decimo 2022, ricco di frutto e con una bella rotondità, e soprattutto il Susumaniello 2023, un rosso che unisce struttura e originalità, con note speziate e un tannino ben integrato.
👉 cantinepalesi.it


🍷 Crama Ferdi – Vâlcănești, Prahova, Romania

Scoprire questa realtà romena è stato come aprire una finestra su un mondo vitivinicolo ancora poco conosciuto ma pieno di sorprese. Fondata nel 2009 da Fernando Mihăilescu, Crama Ferdi coltiva 6 ettari e produce circa 30.000 bottiglie l’anno, suddivise in 12 etichette. L’accoglienza di Ofelia, moglie del fondatore, è stata uno dei momenti più emozionanti della giornata: dolce, sorridente, fiera di ogni bottiglia che ci ha raccontato.
Abbiamo iniziato con il Vin Alb Sec Cuvee Alexandra 2024, un bianco in edizione limitata che mi ha colpito per la sua eleganza e sapidità: note di fiori bianchi e mela, con un finale minerale molto pulito. Il Senor MB 2022 è stato il mio preferito tra i rossi: un taglio bordolese ben fatto, con spezie dolci, frutta nera e un accenno balsamico. Il Mister S. Legend 2022, invece, ha mostrato una struttura più austera, ma anche un’ottima prospettiva di evoluzione. Una piccola cantina con un grande cuore e una visione precisa.
👉 cramaferdi.ro


🍷 Emidio Oggianu – Magomadas (OR), Sardegna

Ci sono cantine che, pur piccole, sanno trasmettere un’intensità rara, e quella di Stefano Oggianu, figlio del fondatore Emidio, è una di queste. Situata nel territorio di Magomadas, nella Planargia, questa micro-cantina fondata nel 1990 lavora solo 2 ettari, producendo 3.000 bottiglie all’anno: veri gioielli enologici.
Stefano e la moglie Beatrice mi hanno accolto con una gentilezza genuina, raccontando la storia della Malvasia di Bosa, vino identitario e ormai raro. Il bianco Lunai 2024, semplice ma pulito, ha aperto la strada alle tre espressioni più emozionanti dell’intero evento: le Malvasia Riserva 2013 e 2014 sono monumenti liquidi, con note di frutta secca, cera d’api e spezie orientali. Ma la Badde Nuraghe 2008 ha superato ogni aspettativa: complessa, profonda, con un’evoluzione ossidativa che ricorda certi sherry di altissimo livello. Ho lasciato il banco con l’impressione di aver vissuto un’esperienza fuori dal tempo.
👉 malvasiaoggianu.it


🍇 Cantine Mastrangelo – Bernalda (MT), Basilicata

Entrare nello spazio espositivo di Giuseppe Mastrangelo è stato come visitare la Basilicata in un bicchiere. La sua è una piccolissima realtà, fondata nel 2000 e radicata nel territorio di Bernalda, con 1,5 ettari coltivati e 9.000 bottiglie prodotte annualmente.
Giuseppe, insieme all’enologo Michelangelo Perrone, mi ha raccontato la nascita del progetto con passione e grande cura per i dettagli. Producono un solo vino, il Matera DOC Greco Margherì, e ho avuto modo di degustarne due annate: la 2021, più fresca, agrumata, con note di salvia e una mineralità spiccata, e la 2022, più ampia e strutturata, quasi cremosa al palato. Un vino bianco sorprendente, che racconta con coerenza e autenticità una zona poco esplorata del panorama enologico italiano. L’incontro è stato breve ma intensissimo: di quelli che restano impressi per la sincerità con cui viene portata avanti una visione.
👉 cantinemastrangelo.it


🍷 Tenute dei Ciclopi – Castiglione di Sicilia (CT), Sicilia

Una delle realtà più affascinanti che ho incontrato in fiera, per visione, precisione e legame con il territorio. Tenute dei Ciclopi nasce nel 2020 dalla sinergia tra Giordano Lorefice, Riccardo Messina e Giacomo Palazzolo, tre amici legati da un sogno comune: produrre grandi vini alle pendici dell’Etna. Oggi coltivano 11 ettari e producono circa 20.000 bottiglie suddivise in 6 etichette, tutte curate dall’enologo di riferimento dell’Etna, Salvo Foti.
A raccontarmi i vini sono stati Riccardo e Giacomo, con una competenza limpida e una gentilezza rara. La degustazione si è aperta con l’Etna Bianco Superiore 2022, preciso, salino, con accenni di ginestra e scorza di limone, sempre con quella vibrante mineralità tipica dei suoli vulcanici.
Poi sono arrivati i rossi, autentici protagonisti: il Quota 900, da viti a piede franco, è un vino di profondità straordinaria, con note di ribes, ferro, incenso e un sorso dinamico e lungo. Il Contrada Feudo di Mezzo, elegante e saporito, ha chiuso una delle degustazioni più convincenti del salone. Ogni sorso parlava di pietra lavica e vento di montagna.
👉 tenutedeiciclopi.it


🍇 Maro Wines – Ormoz, Slovenia

Fra le presenze internazionali, Maro Wines è stata senza dubbio tra le più originali e curate. La cantina è guidata da Maša Samec, giovane produttrice discendente della storica famiglia Mursa. Fondata nel 2019, l’azienda conta 4,5 ettari coltivati e produce circa 25.000 bottiglie l’anno, con 11 etichette che spaziano tra vitigni internazionali e stili moderni.
Maša ci ha accolto con un sorriso dolce e grande competenza. Ogni vino è stato presentato con passione e grande attenzione per i dettagli, e questo si è riflesso nel bicchiere. Lo Chardonnay Mursa 2023 è elegante, con un sorso teso e note di agrumi gialli, frutta a polpa bianca e un leggero tocco boisé. Il Pinot Nero 2020 ha rivelato un naso fine, con toni di lampone e sottobosco, e un sorso agile ma profondo.
Mi ha colpito il modo in cui l’azienda riesce a unire tradizione familiare e uno sguardo moderno, con vini che parlano di pulizia, identità e sensibilità produttiva.
👉 maro-wine.com


🍷 Collis – Monteforte d’Alpone (VR), Veneto

Un gigante della cooperazione veneta, ma con una cura e un’attenzione che non ti aspetteresti da una realtà di queste dimensioni. Collis, fondata nel 2008, è una delle più grandi cooperative italiane, con 6000 ettari gestiti da soci e una produzione colossale di 130 milioni di bottiglie e 48 etichette.
Nonostante i numeri, l’accoglienza è stata calda e molto professionale: Alberto e Maddalena mi hanno accompagnato in una degustazione intensa, con grande disponibilità e precisione.
L’Amarone della Valpolicella Calesan 2019 ha aperto la serie con una potenza elegante: frutta rossa matura, spezie dolci, cioccolato fondente e una trama tannica vellutata. Il Ripasso 2022 è più giovane ma già piacevole, con una bella morbidezza.
Il momento clou è stato l’assaggio dei due Recioto: quello di Soave DOCG Acinatico 2020, con la sua dolcezza bilanciata da acidità agrumata, e quello di Valpolicella DOCG Capitel di Terra Marani 2018, avvolgente e lunghissimo, perfetto da meditazione. È stato interessante constatare come anche una realtà così ampia possa produrre vini curati e coerenti, capaci di emozionare.
👉 collisgroup.it


🍇 Cantina Cerbero – Cupra Marittima (AP), Marche

Questa è una delle cantine che più mi ha sorpreso, per la forza del progetto e la qualità dei vini. Cantina Cerbero è una giovane realtà fondata nel 2020 da Marianna Marinangeli, con solo 2 ettari vitati e una produzione di circa 10.000 bottiglie, distribuite su 5 etichette.
Sono stati Samuele e Fabio Rivosecchi ad accogliermi: due fratelli appassionati, entusiasti e simpatici, che hanno saputo trasmettere in pochi minuti l’anima profonda della loro visione produttiva.
Abbiamo iniziato con il Sangiovese Virgilio 2020, un rosso teso, diretto, con frutto integro e una bella dinamica in bocca. Ma è con il Marche Rosso IGT Dante 2020, vincitore del premio Best Red dell’evento, che ho davvero percepito l’ambizione e la potenza di questa cantina: un blend di Montepulciano e Cannonau da vendemmia tardiva, concentrato, ricco, con note di prugna, liquirizia, tabacco e un sorso vibrante ma mai eccessivo.
È stato un incontro autentico, dove la passione si tocca con mano e ogni bottiglia racconta più di quanto le parole possano spiegare.
👉 cantina-cerbero.it


🍷 Feudi di Guagnano – Guagnano (LE), Puglia

Una delle realtà più consolidate della Puglia enoica, Feudi di Guagnano nasce nel 2002 dall’unione di tre famiglie storiche: Rizzo, Maci e Maldarelli. Oggi l’azienda coltiva 10 ettari e produce circa 200.000 bottiglie, distribuite su 21 etichette.
A raccontarci l’azienda sono stati Gianvito Rizzo e suo figlio Giulio, con una cordialità genuina e un orgoglio sincero verso il loro lavoro. I vini sono stati tutti convincenti, a partire dal Rosarò 2024, un Negroamaro rosato dal profilo fresco e agrumato, molto piacevole. Il Cupone 2019, un Salice Salentino Riserva, ha una struttura piena, speziata, con un tannino ben gestito e una lunga persistenza.
Ma il top della gamma è senza dubbio il Nero di Velluto, un Negroamaro in purezza da uve surmature, avvolgente e profondo, con un bouquet che va dalla confettura di amarena alla vaniglia, passando per note di cuoio e pepe nero. Un vino che resta in memoria.
👉 feudiguagnano.com


🎉 Un evento da ricordare

Best Wine Stars 2025 ha confermato tutte le aspettative: una fiera dinamica, ben organizzata, dove è stato possibile non solo degustare oltre 1200 etichette da tutto il mondo, ma soprattutto conoscere le storie, i volti e le passioni che animano ogni bottiglia. La qualità dell’accoglienza da parte delle cantine, la professionalità degli espositori e l’ottimo livello dei visitatori (operatori, giornalisti e winelovers) rendono questa manifestazione una delle più stimolanti del panorama italiano.

Grazie ai produttori che ci hanno accolti con gentilezza e generosità, raccontandoci la loro terra e il loro lavoro. Portiamo a casa tanti appunti, nuove conoscenze e — soprattutto — grandi vini da ricordare.

Alla prossima edizione!


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