Al Signor Ministro per l'Ambiente - Roma
Al Signor Ministro della Sanità - Roma
Al Sig. Assessore Reg. Terr. e Ambiente - Palermo
Al Signor Sindaco di Augusta
Al Sig. Assessore all'ecologia di Augusta
Al Sig. Com. della Capitaneria di Porto - Augusta
Al Sig. Presidente della USL 27 - Augusta
Alla C.P.T.A. di Siracusa
Al Sig. Direttore del L.P.I.P. di Siracusa
Al Sig. Pretore di Augusta
e p. c. agli Organi di informazione
Il nostro mare
continua ad essere una
discarica incontrollata di rifiuti tossici e nocivi.
Tempo fa (1981) dalle analisi effettuate nelle acque
del nostro porto fu riscontrata una forte concentrazione
di metalli pesanti quali PIOMBO, ZINCO, MERCURIO. CROMO,
CADMIO, NICHEL, e fu riscontrata anche, in quel che restava
del patrimonio ittico, un accumolo così forte delle
suddette sostanze tossiche (le quali risultano essere
CANCEROGENE, TERATOGENE E MUTAGENE) che andando a finire
nella catena alimentare, costituiscono un grave rischio
per la salute.
Il depuratore consortile I.A.S. doveva avere lo scopo
di evitare che i reflui industriali, ricchissimi di tali
sostanze, venissero riversati in mare.
Di fatto, però, per oltre trent'anni (fino al 1984),
tali scarichi sono continuati senza alcun serio controllo
e senza intervento delle Autorità di controllo
(ad eccezione dell'epoca condorelliana).
La presenza sicura, quindi, di tali inquinanti, fa sì
che i fanghi dei fondali del Porto Megarese rientrino
nella categoria dei Tossici e Nocivi, per cui dovrebbero
essere avviati in discariche controllate.
Invece, questi fanghi, senza alcun controllo e senza previe
analisi, (per i lavori della costruenda nuova darsena),
li stanno "comodamente e gratuitamente" scaricando
all'esterno della diga foranea, affidandoli alle correnti,
incrementando così, il già alto tasso di
inquinamento del nostro mare, concorrendo, in tal modo,
ad aumentare la situazione di rischio derivante dalla
presenza di tali inquinanti.
Ci sorprende, quindi, l'atteggiamento dell'Assessore all'Ecologia
di Augusta, che sembra più preoccupato della pulizia
delle scogliere (dove mancano perfino i cassonetti) più
che quella delle acque in cui ci bagniamo o della sanità
del pesce (al mercurio, al piombo,..) che in esse vi viene
pescato.
Proponiamo, pertanto:
1. L'immediato sospensione (in via cautelativa) dello
scarico dei fanghi fuori delle acque del porto;
2. Che venga analizzata la natura dei fanghi del porto
per accertarne il loro grado di tossicità e nocività
(specie per la presenza dei "metalli pesanti");
3. L'avvio di questi fanghi in discariche controllate;
4. un maggior controllo da parte delle Autorità
preposte (C.P., USL 27, C.P.T.A., L.P.I.P.) su questo
genere di lavori (poco ecologico che è fonte di
serio pericolo sia per la popolazione sia per l'ecosistema.
Segnaliamo, quindi, questo grave fatto sia alla popolazione
sia alle Autorità in indirizzo perchè, secondo
le proprie competenze, vogliano prendere i dovuti provvedimenti
per quanto sopra esposto.
AUGUSTA, 25 luglio 1989
COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE AUGUSTA
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